Johnson & Johnson sapeva da decenni che nel borotalco per bambini era presente amianto. Lo dice una nuova inchiesta condotta da Reuters, secondo cui la società era al corrente di tutto ma aveva tenuto nascoste queste informazioni sia alle autorità che ai consumatori.
Una scoperta che sconvolge ma che non stupisce alle luce delle numerose condanne piovute sulla testa Johnson & Johnson, accusata col suo prodotto, di aver favorito la comparsa di varie forme di cancro.
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “tutti i tipi di amianto causano il cancro del polmone, il mesotelioma, il cancro della laringe e dell’ovaio e l’asbestosi (fibrosi dei polmoni)”. L’Oms e altre autorità non riconoscono alcun livello sicuro di esposizione all’amianto.
Poiché a volte è presente nella terra insieme al talco, la contaminazione è possibile. Reuters ha cercato di andare fino in fondo alla vicenda insieme agli avvocati di oltre 11.000 persone che hanno fatto causa a Johnson & Johnson.
In occasione di varie controversie legali, J & J è stata costretta a condividere migliaia di pagine di note aziendali, rapporti interni e altri documenti riservati con gli avvocati dei querelanti. Reuters ha esaminato molti di questi documenti, così come testimonianze su deposizioni e processi, scoprendo che dal 1971 agli inizi degli anni 2000, il talco grezzo e le polveri finite della società a volte presentavano piccole quantità di amianto. Ma non solo: dirigenti della società, manager, scienziati, dottori e avvocati si sono dati da fare per affrontare il problema tenendo all’oscuro i regolatori sanitari e i pubblico.
I documenti descrivono anche gli sforzi fatti per influenzare i piani degli enti regolatori statunitensi volti a limitare l’amianto nei prodotti a base di talco e la ricerca scientifica sugli effetti del talco sulla salute.
Le prime menzioni del talco J & J contaminato che Reuters ha trovato provengono da un laboratorio di consulenza del 1957 e del 1958. In diversi momenti da allora all’inizio del 2000, i rapporti degli scienziati di J & J, dei laboratori esterni e dei fornitori di J & J hanno prodotto risultati simili.
Nel 1976, quando la Food and Drug Administration (FDA) americana stava ponderando i limiti dell’amianto nei prodotti cosmetici di talco, J & J assicurò al regolatore che l’amianto non era stato “rilevato in alcun campione” di talco prodotto tra il dicembre 1972 e l’ottobre 1973. Ma almeno tre test di altrettanti laboratori dal 1972 al 1975 diedero esito positivo, segnalando livelli di amianto anche “piuttosto alti”.
Anche Robert Wood Johnson II, il figlio del fondatore e CEO in pensione, aveva espresso “preoccupazione per la possibilità di effetti avversi sui polmoni di neonati o madri”, ha scritto.
Johnson & Johnson, nel frattempo, ha promesso di appellarsi contro tutti i verdetti e sostiene ancora che i suoi prodotti siano sicuri. Il vice presidente dei media relations globali dell’azienda, Ernie Knewitz, ha scritto in una e-mail a Reuters:
“Gli avvocati dei querelanti per guadagni finanziari personali distorcono documenti storici e creano intenzionalmente confusione nell’aula di tribunale e nei media … Questo è tutto un tentativo calcolato di distrarre dal fatto che migliaia di test indipendenti dimostrano che il nostro talco non contiene amianto o causa cancro. Qualsiasi suggerimento che Johnson & Johnson conoscesse o nascondesse informazioni sulla sicurezza del talco è falso”.